(11 SETTEMBRE: per me anche il giorno in cui è nata mia madre, a cui dedico questo post)
Ero in metropolitana, MM2 linea verde, e sono scesa alla stazione di Lambrate, come faccio spesso quando vado a trovare i miei genitori con i mezzi anziché in auto.
E mi sono messa a riflettere su un fatto strano che mi accade tutte le volte che scendo a quella fermata da oltre 2 anni a questa parte: come la vita di una persona possa cambiare radicalmente da un momento all’altro.
Due anni fa, infatti, quando scendevo alla stessa fermata, ero piena di angoscia e paura, perché arrivavo di corsa dall’ufficio per recarmi in ospedale, dove era ricoverata mia madre.
Ogni giorno scendevo sperando che i medici mi dicessero che, finalmente, avevano scoperto cosa le era successo quel giorno, quel tristissimo giorno del mio 40° compleanno, quando, inspiegabilmente appunto, il suo cervello si era bloccato, come se qualcuno le avesse staccato la spina della corrente che lo alimentava.
Non era morta, ma non la si poteva considerare viva.
Non era in coma, era… sospesa tra la vita e la morte, incosciente e immobile.
Dopo due mesi di analisi, ricerche, esami, tentativi, quando ormai ci avevano tolto ogni speranza, lei si è ripresa, si è risvegliata così, come si era spenta, inspiegabilmente e lasciandoci tutti senza parole.
Ma la cosa strana era che pensava di avere diciannove anni!
Si ricordava il proprio nome ed esattamente la sua data di nascita, ma era andata indietro nel tempo fino alla sua giovinezza.
Dopo qualche giorno, la sua mente aveva recuperato qualche anno e alla domanda sulla sua età rispondeva di avere trent’anni.
Quello è stato forse il momento peggiore per me, sempre che sia possibile individuarne uno in quel periodo così tremendo e sofferente.
Mia mamma, infatti, credendo di avere trent’anni, si ricordava di avere una bambina di cinque anni e mi supplicava di fargliela vedere. Cercavo di farle capire che ero io, ma lei scuoteva la testa, piangeva ed implorava che le si mostrasse la sua piccola bimba che le mancava tanto.
Passò altro tempo e finalmente un giorno, mia madre mi guardò negli occhi e mi disse “ciao amore”.
Fu un momento meraviglioso, che non potrò mai descrivere appieno a parole: mi aveva riconosciuto, era tornata.
Tutto questo lungo prologo, per spiegare quanto possa cambiare la vita di una persona in un breve lasso di tempo, ma soprattutto per spiegare il motivo che mi ha spinto a riflettere sull’argomento “memoria”.
Mia mamma infatti è si tornata tra noi, ma in modo molto particolare.
Nonostante abbia recuperato, almeno in parte, la coscienza della sua vera età e si sia resa conto del periodo temporale che sta vivendo, ha un rapporto molto conflittuale con il suo passato a causa dei problemi che sono rimasti legati alla sua memoria.
I medici non sanno ancora dare un motivo a quello che le succede, sta di fatto che lei ha moltissimi buchi di memoria. E fin qui non ci sarebbe in fondo nulla di strano, poiché, purtroppo, esistono varie patologie che provocano questo disturbo, non fosse altro che per una forma di senilità precoce.
La particolarità sta nel fatto che il suo cervello “riempie” questi buchi con dei falsi ricordi.
Riesco solo ad immaginare la sofferenza di mia mamma, che è costretta a chiedermi ogni giorno se quello che si ricorda è vero oppure sia solo un “falso ricordo”.
E capisco il suo sconcerto quando devo dirle che, nonostante lei si ricordi esattamente un fatto, una persona, una situazione, in realtà è solo frutto di un misterioso meccanismo della sua mente malata.
Ed è proprio da qui che parte la mia riflessione: noi diamo per scontata la nostra memoria, fa parte della nostra vita e ci sembra che non ce ne potremo mai separare.
Ci fidiamo di lei, perché sappiamo che non ci può mentire.
Invece, dovremmo preoccuparci di lei, curarla costantemente, come facciamo con il nostro fisico, perché se ci dovesse venire a mancare, la nostra vita diventerebbe un inferno.
Ho LA PELLE D'OCA...UN ABBRACCIO...
RispondiEliminaAnche mia mamma ha vissuto e vive una situazione analoga a quella della tua. Anche lei da un momento all'altro è come se avesse staccato la spina e dopo quasi sei anni dall'inizio dell'incubo e dopo un buon recuro della memoria, continua ad avere delle confabulazioni (i falsi ricordi) che la fanno vivere nell'angoscia di essere ad un passo dalla pazzia. i madre oggi ha 71 anni e anche con lei i medici non sapevano darsi una spiegazione. All'inizio l'hanno curata con flebo di citicolina che si utilizzano per i malati di Alzheimer, ma lei stava peggio, aveva tremende allucinazioni. Noi non ci siamo arresi all'idea che fosse demenza senile, perchè i problemi di mia madre si sono manifestati veramente dalla sera alla mattina e abbiamo lottato tanto, alla ricerca di qualche medico competente che ci potesse aiutare. Abbiamo trovato un angelo, che ora però è tornato in cielo, il Prof. Guazzelli di Pisa che ha creduto insieme a noi che si potesse trattare di qualche cosa di psicogeno e ha iniziato a curare mia madre con psicofarmaci. Oggi mia madre non è quella di sei anni fa, ma riconosce mio padre, me, non crede più che sua madre sia viva, riesce a ricordare le cose a distanza di giorni e non più per pochi attimi per poi dimenticarsene. Riesce a preparare un pasto caldo, è attenta alla pulizia della casa, insomma è tornata ad essere una persona normale, anche se non è la stessa che era. Ogni piccola ansia fa scattare le confabulazioni e lei entra in um mondo fatto di falsi ricordi con situazioni e cose mai successe che lei insiste nel considerare vere. Ma sono solo episodi un po' più di sporadici, però non normali, com'era alli'inizio. Vorrei tanto avere notizie della tua mamma, sapere cosa è succosso dal 2011 ad oggi. Grazie per aver condiviso la tua esperienza.
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