martedì 29 marzo 2011

Colpo di fulmine per le piscine naturali


Uno dei miei passatempi preferiti, fin da quando ero una ragazzina, è costruire nella mia mente la mia casa ideale. 
Lo faccio quasi tutte le sere, quando non crollo addormentata per le “fatiche” della giornata, per liberarmi la mente e rilassarmi.
Inizialmente partivo dalla ristrutturazione di case reali, magari di parenti e amici, che rivisitavo secondo i miei gusti e le mie esigenze, modificandone la planimetria e gli arredi.
Poi, con la maturità e con le mie continue letture sull’argomento, ho cominciato a “costruire” la mia casa ideale partendo da zero.
Con il tempo, il mio appartamento immaginario si è trasformato in una villetta autonoma, che mi permetteva una maggiore libertà e personalizzazione. 
Con l’avvento delle nuove tecnologie ecologiche, la mia abitazione si è man mano adattata ad ospitare pannelli solari, vasche per la raccolta dell’acqua piovana, modificando il suo rivestimento per un ottimale isolamento termico e il suo orientamento per meglio adattarsi a ricevere i raggi del sole e a diventare una vera casa passiva.
Ma in tutto questo “lavoro di costruzione e ricostruzione mentale” non ho mai contemplato l’idea di includere una piscina in questo mio mondo ideale. 
Forse perché vivendo a Milano, mi sembrava inutile aggiungere un elemento così importante che poi avrei potuto sfruttare pochissimo tempo all’anno, oppure per il fatto che non sono poi una grande nuotatrice.

Ma oggi, ho cambiato idea. 
Ho avuto una vera e propria folgorazione, un amore a prima vista per le piscine naturali!
Dimenticatevi le classiche squadrate piscine olimpioniche ed anche quelle dalle più svariate ed originali forme geometriche.
Le piscine naturali sono davvero un altro mondo: acqua limpida e senza odore di cloro; una vegetazione che non ha nulla da invidiare a quella spontanea che cresce in un grande stagno e lungo le rive di un fiume; una felice atmosfera che nasce dal vivere a stretto contatto con la natura.
Oltre ad avere un impatto visivo incredibilmente naturale ed affascinante, anche sotto il punto di vista ecologico ed economico, queste piscine naturali sono eccezionali: ricreano l’equilibrio originale di un lago naturale con le piante acquatiche scelte appositamente per depurare l’acqua e per evitare l’uso di costosi ed inquinanti prodotti chimici.
Ma, oltre ad eliminare definitivamente tutte quelle sostanze fastidiose per la nostra pelle, possiamo anche scordarci delle tristissime e poco estetiche coperture che per 8-9 mesi l'anno caratterizzano le piscine tradizionali. Si perché chi ha scelto la piscina naturale in inverno potrà godere della vista di uno splendido laghetto, magari dalla superficie ghiacciata. 

Da oggi in poi ho un altro elemento da aggiungere nella costruzione della mia dimora ideale.

venerdì 25 marzo 2011

OMAGGIO A GAGGIANO

I giovani della mia età si ricorderanno certamente che, quando eravamo piccoli, lo zucchero veniva venduto in anonime scatole grigie. 


Mia nonna Velia, quando terminava lo zucchero, usava la scatola grigia per farmi una piccola casetta delle bambole. Ritagliava la porticina e le finestrelle ed io ci giocavo un po’, più per farla felice che perché mi piacesse veramente. Forse già da allora, infatti, non apprezzavo quel tipo di "costruzione", che mi ricordava troppo i moderni casermoni della periferia di Milano.

via Ponte Vetero ad inizio secolo
Ho avuto la fortuna di passare i primi anni della mia vita con i nonni materni che abitavano in zona Brera, via Ponte Vetero per l’esattezza, quando era ancora un quartiere abitato da artisti che, la domenica mattina, lasciavano le mansarde, ancora non restaurate e rese lussuose e costose dimore, e scendevano in strada per esporre i loro capolavori ai passanti.

Ora Milano è cambiata, anche il centro è irriconoscibile ai miei occhi, le porte non sono più lasciate aperte, come facevano i miei nonni, tranquilli che nessun estraneo sarebbe entrato per rubare o farci del male. Passeggiando tra le macchine parcheggiate selvaggiamente anche sui marciapiedi, non ci si saluta più come una volta, anche se magari non ci si conosceva, solo per educazione e cortesia.

La Chiesa di Sant'Invenzio a Gaggiano
Sarà per questi motivi, pur non rinnegando anche quello dell’esorbitante costo degli appartamenti a Milano, che ora abito fuori città, in un delizioso paesino che si chiama Gaggiano.

Mio marito Stefano ed io ce ne siamo innamorati subito e abbiamo aspettato due anni prima di riuscire a trovare una casetta in vendita, poiché questo comune affacciato sul Naviglio Grande cerca di mantenere le sue costruzioni storiche, ristrutturandole con amore anziché abbatterle e sostituirle con più anonime e moderne abitazioni.

Vivere qui mi ha riportato indietro nel tempo.

La cittadina è a misura di uomo: si esce a piedi per fare la spesa e quando ci si incontra per strada ci si sorride e ci si saluta come se tutti fossero vecchi conoscenti. I bambini vanno a scuola sorridenti e le auto si fermano al loro passaggio sulle strisce pedonali.

Dintorni di Gaggiano
 Uscendo di casa, posso attraversare il ponticello pedonale storico e salire sulla mia bicicletta per una meravigliosa passeggiata sulla pista ciclabile che mi conduce verso Abbiategrasso e poi, volendo, fino al Ticino.
Svariate specie di volatili attirano spesso la mia attenzione e i campi verdi o dorati mi infondono sempre una grande sensazione di libertà e di serenità.

Per me un paradiso e a soli 14 chilometri da quella che rimane comunque la mia adorata città natale.

lunedì 14 marzo 2011

Gli alberi, che bella invenzione!



Alberi a Gaggiano
Non so se anche a voi piacciono tanto gli alberi.
Io li adoro.
Non ce n’è uno uguale all’altro, ma sono tutti bellissimi, anche quelli storti o in parte rinsecchiti, sono tutti egualmente e straordinariamente affascinanti.
In più, sono la base della vita e costituiscono, insieme all’acqua, una componente insostituibile del nostro mondo.
Per questo motivo ho scelto gli alberi, come argomento per il mio primo post.
Si apprende infatti con immensa gioia che la Regione Lombardia ha dato un lieto annuncio: entro marzo pianterà 300.000 esemplari su tutto il territorio!
Parchi, Colucci: 300.000 piante entro marzo
L'assessore ai Sistemi verdi e paesaggio, Alessandro Colucci
(Ln - Milano) Saranno 300.000 le nuove piante messe a dimora in Lombardia entro la fine di marzo. I nuovi alberi rinverdiranno 1.030 ettari di terreno a Mantova (332 ettari), Pavia (319), Cremona (204), Lodi (119) e Milano (54). Il progetto, del costo complessivo di circa 2,9 milioni di euro, finanziato al 50 per cento dall'Unione europea, è sostenuto da Regione Lombardia, con gli obiettivi di potenziare le aree boschive nelle zone particolarmente urbanizzate e di favorire le attività produttive legate alla trasformazione del legno. Sull'88 per cento della superficie (909 ettari) saranno piantumati pioppi, alberi a crescita veloce, mentre la parte restante sarà suddivisa tra piante da legno a ciclo medio-lungo (ciliegio, noce, frassino e rovere) e piantumazione di cedui a turno breve da biomassa (salice, robinia e platani).
"Nel massimo rispetto dell'ambiente - ha detto l'assessore ai Sistemi verdi e Paesaggio Alessandro Colucci - è importante rendere produttivi i nostri territori boschivi. Nel piano di imboschimento vi è un altro aspetto da sottolineare e cioè che il pioppo, oltre a essere una pianta a crescita veloce, è anche un elemento caratteristico della pianura lombarda, tant'è che da sempre questa pianta svolge una funzione idrogeologica e protettiva lungo le principali arterie fluviali". (Ln)
(Lombardia Notizie) 

La Regione Lombardia, con un recente comunicato stampa, ha annunciato che entro la fine di marzo procederà alla piantumazione di 300.000 nuove piante su tutto il territorio. La Lombardia, nonostante la forte espansione urbana e industriale, è una regione ricca di foreste: 618.000 ettari sono occupati da boschi e corrispondono circa al 25%, cioè ad un quarto, della sua superficie territoriale. Le foreste lombarde sono localizzate prevalentemente nelle aeree montane e collinari, ma la Regione sta cercando di ampliare la superficie forestale anche nelle aree di pianura.
Gli alberi messi a dimora occuperanno una superficie totale di 1.030 ettari di terreno, così suddivisi: 332 ettari in provincia di Mantova, 319 a Pavia, 204 a Cremona, 119 a Lodi e 54 a Milano. Il costo complessivo del piano di imboschimento, che verrà finanziato al 50% da fondi regionali e al 50% dall’Unione Europea, è di circa 3 milioni di euro. Il piano rientra nel Programma di Sviluppo Rurale della Regione Lombardia, ovvero “una serie di misure a sostegno degli investimenti e di azioni agro-ambientali finalizzate ad orientare lo sviluppo rurale della regione, secondo le finalità politiche comunitarie” e secondo le priorità dettate dalla riforma della Politica Agricola Comune (PAC).
Questo piano di imboschimento si pone due precisi obiettivi: da un lato, potenziare le aree boschive che si trovano in aree urbanizzate e, dall’altro, favorire le attività produttive legate alla trasformazione del legno. La presenza di alberi ha effetti molto positivi sia sulla regimazione delle acque sia sulla stabilità del territorio e favorisce lo sviluppo della filiera forestale, cioè l’insieme delle attività di selvicoltura, trasporto, lavorazione, trasformazione e commercio del legname e dei prodotti secondari del bosco. Una filiera che rappresenta un’opportunità di sviluppo ecosostenibile e durevole, nonché una possibilità di occupazione per le aree rurali.
Ben 909 ettari su 1.030 (che corrispondono all’88% della superficie da imboschire) saranno piantumati a pioppi, mentre la parte restante sarà suddivisa tra piante da legno a ciclo medio-lungo (ciliegio, noce, frassino e rovere) e alberi cedui a turno breve da biomassa (salice, robinia e platani). “E’ importante rendere produttivi i nostri territori boschivi” ha dichiarato l’assessore regionale ai Sistemi verdi e Paesaggio, Alessandro Colucci. Nel piano di imboschimento vi è un altro aspetto da sottolineare e cioè che il pioppo, oltre ad essere una pianta a crescita veloce, è anche un elemento caratteristico della pianura lombarda, tant’è che da sempre questa pianta svolge una funzione idrogeologica e protettiva lungo le principali arterie fluviali”.