mercoledì 1 giugno 2011

Cohousing: ritorno al passato in chiave moderna?


Oggi ho letto un articolo molto interessante sul Cohousing, che si presenta come una boccata d'aria fresca e una nuova speranza in quest'epoca caratterizzata dall'individualismo e dall'aver dimenticato il reale significato del termine "comunità".

Per chi ancora non lo conoscesse, si tratta di una “nuova”, per alcuni potrebbe invece sembrare “antica”, concezione di “abitare insieme”.

Vita e lavoro in cascina
“Antica” perché sono sicura che mio nonno direbbe che ricalca la vita di cascina, dove più famiglie dividevano non solo l’abitazione privata, ma anche tutti gli spazi comuni, rendendole paragonabili a piccoli paesi, con spazi per i bambini, piccole aule per lo studio, perfino cappelle per i momenti di preghiera.

“Nuova” perché cambia il motivo che spinge ad andare a vivere insieme.

In questo senso potremmo quindi definire il Cohousing un “ritorno al passato in chiave moderna”, in quanto si riscopre il piacere di condividere la propria vita insieme ad altre persone che, questa volta, non condividono solo il lavoro nei campi, ma il modo di vedere la vita e di considerare importanti certi suoi aspetti anziché altri.

Ma andiamo con ordine.

Un cohousing scandinavo
Il Cohousing nasce in Scandinavia negli anni ’60, con l’intento di far vivere insieme più nuclei famigliari che condividano risorse e spazi, con benefici sia dal punto di vista sociale e ambientale, che economico.

Le motivazioni che portano alla co-residenza, infatti, sono l’aspirazione a ritrovare dimensioni perdute di socialità, di aiuto reciproco e di buon vicinato e contemporaneamente il desiderio di ridurre la complessità della vita, dello stress e dei costi di gestione delle attività quotidiane.

Cooperazione e Vita Sociale
Solitamente queste comunità sono progettate ed amministrate direttamente dai residenti, che si impegnano a vivere in comunità con i vicini e partecipare, pur senza un reale obbligo, alla vita sociale del gruppo.

La sicurezza e la cooperazione risultano particolarmente apprezzate da chi ha bambini e dalle persone anziane, che non si ritrovano più “sole” nelle grandi città.

Es. di lavanderia comune
Inizialmente gli spazi condivisi erano pochi e di puro carattere tecnico, come ad esempio le sale lavanderia, che permettevano di avere uno spazio dedicato al bucato, per lavare e stendere senza occupare spazi vitali delle abitazioni private, ma anche per risparmiare i costi di acquisto e manutenzione degli apparecchi necessari.

Con il passare del tempo, gli spazi in condivisione hanno dato libero sfogo non solo alle necessità ma anche alla fantasia dei cohouser.

Ecco quindi comparire palestre, piscine e spazi per chi è interessato alla cura del proprio corpo e della propria salute.

Poi micro-nidi e spazi giochi, anche con baby sitter, per aiutare le famiglie con la gestione dei propri bambini.

E ancora, spazi attrezzati per il “fai da te”, dove non solo poter aggiustare ma anche creare, con gli utensili adatti comprati tutti insieme.

Oppure mini appartamenti indipendenti per gli ospiti e sale comuni dove ritrovarsi per stare in compagnia.

Progetto di orti verticali in cohousing a Milano
Infine, orti e serre per condividere anche la passione per il biologico, sempre con un occhio di riguardo al risparmio.

Ma i cohouser si sono accorti che, oltre agli spazi, si poteva anche ottimizzare la gestione di alcune incombenze quotidiane e quindi hanno organizzato servizi di car-sharing e bike-sharing, di segreteria che paga le bollette o accompagna i bambini a scuola, di gruppi di acquisto per fare la spesa, e chissà che altro ancora…

Insomma limitare lo stress e le spese, aumentando il tempo a disposizione e la felicità di tutti.

Ma il crescente successo dei cohousing non è dato solo da chi da importanza al valore sociale e alla convenienza economica, bensì anche da tutti coloro che fanno del rispetto per l'ambiente e il consumo sostenibile un punto fermo nella loro vita.

Es. di Eco-housing
Infatti, l'opportunità di progettare e scegliere i materiali e le più moderne tecnologie per i risparmi energetici, rendono il cohousing la soluzione ideale per la realizzazione di case veramente eco-compatibili. Inoltre, centralizzando i servizi in spazi comuni, si possono contenere le superfici delle abitazioni, con conseguente risparmio di riscaldamento/raffrescamento e illuminazione.

Quindi il cohousing, o "eco-housing" come qualcuno inizia a chiamarlo, sembra realizzare il sogno di una condivisione pacifica e serena di spazi, risorse e valori.

Come avrete capito il cohousing mi entusiasma perché fonde aspetti che sono per me molto importanti: il rispetto per se stessi, con la tutela della propria privacy, fuso in piena armonia con il rispetto per il prossimo; la gioia che regala la cooperazione e l’aiuto reciproco; la eco-sostenibilità dei progetti e dei servizi.

Non ho la fortuna di abitare in un cohousing, ma ho lasciato un grande e triste condominio milanese per una cascina ristrutturata e, pur non avendo spazi e servizi comuni, sono felice di aver riscoperto l’amicizia e la cooperazione tra (almeno alcuni) vicini di casa J

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