I danni alla cattedrale |
Nella notte tra il 5 ed il 6
aprile 2009 una dura ferita viene inflitta alla città de L’Aquila in seguito ad
una forte scossa di terremoto di magnitudo 5.8.
I palazzi crollano, la gente
cerca di fuggire come può, in pigiama, scalzo, qualcuno con solo la biancheria
intima in dosso: è l’inferno!
Il bilancio di 30 secondi di
terrore sarà di ben 295 vittime ed un numero impressionante di sfollati, gente
che si è ritrovata senza casa, qualcuno anche senza una persona cara, rimasta
purtroppo lì tra i cumuli di macerie.
Il grande lavoro di pompieri, vigili, volontari... |
Numerosissimi edifici sono
crollati ed anche quelli che hanno resistito sono seriamente danneggiati.
Il patrimonio artistico andato
perso è inestimabile ed ora si pensa almeno a ricostruire la città, a cercare di riportare la normalità per quelle persone sul cui viso si legge ancora il terrore di quell’attimo che ha
stravolto per sempre le loro vite.
Non si può rimanere
indifferenti di fronte a questa tragedia che ha toccato i cuori di tutti gli
italiani e non solo.
Per questo motivo ho deciso di dedicare loro il mio
sguardo sul mondo di oggi, con un omaggio a questa magnifica città e ai suoi
dintorni.
Il fiume Aterno |
L’Aquila
è situata a 721 metri sul livello del mare, lungo il declivio di un colle alla
sinistra del fiume Aterno, in mezzo ad un'ampia conca compresa tra la catena
del Sirente e il lato occidentale del Gran Sasso d'Italia che, con la svettante
cima del Corno Grande di 2912 metri, detiene il primato di montagna più alta
dell'Appennino.
L'aspro
massiccio del Gran Sasso pare segnare il limite tra le due tipologie di
paesaggio presenti in Abruzzo: quello marittimo verso oriente e quello
montano dell'alto Appennino ad occidente.
Il Gran Sasso da Campo Imperatore |
La
sua importanza non si limita solo al suo aspetto geomorfologico ma anche alla
naturale vocazione di stazione sciistica e alla sua memoria storica: infatti in
località Campo Imperatore (raggiungibile da L'Aquila in pochi minuti con una
moderna funivia) fu tenuto prigioniero Mussolini nel 1943. L'albergo che lo
ospitò, recentemente restaurato, conserva ancora intatta la stanza dove il duce
visse ore difficili.
Non
lontano dall'albergo si trova il prestigioso osservatorio astronomico ed una
piccola chiesetta.
Veduta aerea del Gran Sasso che fa intravedere, a destra, il rifugio Duca d'Abruzzi |
Molto suggestivo
è il panorama delle maestose montagne innevate, che d'estate si colorano di un color verde
brillante, interrotto qua e là dal bianco delle greggi che pascolano e che ancora
costituiscono parte dell'economia e della tradizione dei piccoli centri
abitati del Gran Sasso.
Il Lago di Campotosto |
Il
versante appenninico che da L'Aquila porta verso l'alto Lazio e l'Umbria si
presenta articolato e ricco di vegetazione sino ad incontrare le acque del lago
artificiale di Campotosto, il lago più grande d'Abruzzo, meta del turismo
estivo.
La pineta di Roio |
Proprio
alla periferia del centro abitato dell'Aquila, sorge la magnifica pineta di
Roio, un polmone verde dove rinfrescarsi nelle calde giornate estive che, anche
in questa zona tipicamente montana, a volte, raggiungono temperature canicolari.
L'Aquila nasce ufficialmente nel
1254, su richiesta degli abitanti dei leggendari 99 castelli del territorio
circostante, ad opera di Federico II di Svevia che emana un diploma, reso esecutivo dal figlio
Corrado IV, nel quale si stabilisce di edificare la città di L'Aquila, il cui
nome deriverebbe dal villaggio di Acculi, preesistente alla città o, più
verosimilmente, dall'emblema imperiale degli Svevi; distrutta da Manfredi fu
ricostruita da Carlo d'Angiò che la fece cingere di mura.
Il castello cinquecentesco a l'Aquila |
Importante ricordare che fu proprio qui che, il
2 agosto del 1294, nella basilica di S. Maria di Collemaggio, veniva incoronato
papa Pietro del Morrone col nome di Celestino V.
E che, sotto
gli Aragonesi divenne così importante da essere la seconda città del regno dopo Napoli.
Già
nel passato L'Aquila subì gravi terremoti: si ricordano particolarmente quelli del 1646
e del 1703, ma sempre riuscì a rialzarsi dal peso delle perdite sia materiali
che affettive e ricostruirsi più bella di prima.
Ed è questo il mio augurio sincero: che L’Aquila possa risorgere e dare ai suoi abitanti un futuro di prosperità e felicità.
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