lunedì 4 aprile 2011

Prendiamo esempio dall'Olanda



Il Mulino: emblema caratteristico dell'Olanda




Oggi ho visto un interessantissimo documentario sull’Olanda e sulla conservazione delle sue abitazioni tipiche.

La diga Afsluitdijk oggi
Nazione relativamente giovane, l’Olanda ha faticosamente lottato con il territorio limitato dalle acque per accaparrarsi terreno utile al suo sviluppo: una battaglia accanita e ingegnosa, fatta di argini, dighe e mulini a vento.
"Acqua o non acqua, noi qui c'insediamo" dissero gli abitanti del contado di Olanda"  quando per la prima volta i futuri olandesi approdarono in questa terra che nessuno avrebbe mai conquistato per le impossibili condizioni di sopravivenza.

Il mare è stato domato con argini e dighe, in un rapporto di odio-amore che ha reso unica questa nazione.

Un esempio di questa lotta e di cambiamenti che condizionano vicendevolmente mare e popolazione, è dato dalla costruzione della diga Afsluitdijk, che con i suoi 30 chilometri di lunghezza ha sbarrato la comunicazione con il Mare del Nord, dando origine al maestoso lago artificiale di Ijssel.
I lavori del 1932

La decisione della costruzione di questa diga venne presa nel 1932 per porre fine al secolare problema degli allagamenti.
Nelle foto storica si può notare il grande lavoro e l'enorme sforzo degli olandesi con le attrezzature ed i macchinari di quel tempo in un'impresa in cui lo stesso uomo ha superato se stesso, dimostrando di riuscire a sconfiggere le forze della natura che altrimenti l'avrebbero sopraffatto.
Ma l'immensa diga obbligò il mare ad una “reazione” naturale: il bacino creato si andò col tempo trasformando in un lago di acqua dolce, portando disastrose conseguenze, quasi fosse una sorta di “vendetta marina", mandando in rovina l’economia locale che si fondava prettamente sulle attività tipiche di una zona portuale.
La gente, inizia inevitabilmente a doversi spostare in altre zone portuali abbandonando il villaggio.





Lo Zuiderzeemuseum
Ma ecco che, negli anni ’50, interviene l’ingegno olandese, che trova un modo per evitare che questa zona e le sue costruzioni abbandonate si perdano per sempre.
Il villaggio di pescatori viene così ristrutturato e diventa un museo a cielo aperto.
Lo Zuiderzeemuseum però non si è limitato a questo, ma è andato a recuperare in tutta la nazione edifici che dovevano essere demoliti, li ha smontati e rimontati in questa zona, riproducendo il più fedelmente possibile alcuni dei quartieri storici più belli e caratteristici dell’Olanda non solo rurale ma anche industriale ed artigianale.
Per questo motivo vi possiamo ammirare: un porto, una chiesa del XIX secolo (proveniente dall’isola di Wieringen), una scuola, un mulino, una fabbrica di zoccoli, una farmacia (proveniente da Hoorn), un negozio di dolciumi, un affumicatoio per le anguille, la bottega di un velaio, una collezione di barche antiche (ospitata nella Peperhuis, un vecchio magazzino della Compagnia Olandese delle Indie Orientali), dei forni per la calce, varie abitazioni (tra cui quelle provenienti da Urk e da Zoutkamp), nonché le tipiche fattorie con tetto a forma piramidale, le Stolp, case-fattoria inizialmente nate per riparare sotto uno stesso tetto persone e animali, ed oggi quasi sempre destinate interamente ad abitazione.
L'interno della chiesa...
...e della scuola










L’Italia, che con i suoi tesori storici potrebbe essere tutta un museo a cielo aperto, dovrebbe proprio prendere esempio da questo modo intelligente di salvaguardare le nostre tradizioni.




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